Una motorizzazione per telaio: il remake!

 

 

Materiale occorrente:

  • 3 carrelli Model Power;
  • 2 motori da CD (possibilmente dello stesso produttore);
  • plasticard quadrettato (2,1 mm di lato, 1mm di spessore), art. 4502 D2 Evergreen;
  • 2 viti senza fine (ricambio H0 Rivarossi art. 229340);
  • 1 locomotiva CIL o i suoi carrelli;
  • barrette di stagno o di piombo.

 

Ho sempre cercato di motorizzare in proprio i miei modelli. A volte ci sono riuscito, e in modo spesso originale, altre volte ho cercato ispirazioni prendendo spunto da lavori fatti da altri.

Nel caso della motorizzazione di cui vi parlerò, lo spunto mi è stato dato proprio dal nostro bollettino ASN n°51, e più precisamente dall’articolo del mio carissimo amico Fabrizio Mungai (vedi “Una motorizzazione per telaio: la E645 CIL”).

Il basso costo dei componenti, l’ottimo movimento che avevo osservato “dal vivo” nel modello di Fabrizio, mi hanno convinto a iniziare i lavori, lavori eseguiti tutti nelle “Officine Mercuri”, ovviamente!

Osservando la motorizzazione esposta fra le pagine del bollettino, ho cercato di migliorare alcune cose puntando su una maggiore solidità nell’attacco degli snodi ai motori da CD e un maggior peso totale, l’eliminazione degli anelli di aderenza ed altre piccole migliorie. Questo è il sintetico resoconto di come ho fatto.

La prima cosa da fare è inserire le viti senza fine Rivarossi nei perni dei motori CD; normalmente gli alberini sono troppo lunghi, quindi occorrerà tagliarli con un dischetto abrasivo. Il foro interno sembra fatto apposta per gli alberi di questi motori, e forza tanto quanto basta per bloccarli.

Non avendo i miei carrelli, l’attacco originale per farli ruotare e bloccarli, ho dovuto costruire anche questa parte. Ho utilizzato il foglio quadrettato (2,1 mm per lato) della Evergreen.

Il fatto che sia quadrettato aiuta a fare pezzi uguali fra loro, quindi dalle foto potrete dedurre facilmente le misure!!

Ho realizzato le prime due pareti laterali con lo scasso che servirà per il perno di fissaggio e successivamente ho chiuso il tutto con il pezzo sovrastante.

I vari pezzi sono stati incollati al motore con Attack e fra loro con colla Faller. Come potete osservare dalla foto, ho incollato anche dei rinforzi interni.

Le asole per i perni di rotazione sono state successivamente completate da una strisciolina di plastica anch’essa incollata e rinforzata con due strisce di plasticard che provvedono a rendere coeso il tutto… la foto chiarisce meglio.

Completata questa fase ho cominciato a pensare allo snodo e al modo di renderlo più robusto. Ho quindi realizzato il pezzo con il foro e i due “fazzoletti” triangolari di rinforzo (contate i quadretti per le dimensioni).

Come noterete il lavoro da fare in questa zona non è identico per tutti e due i motori. Uno dovrà avere il pezzo con il foro incollato al motore in posizione più bassa e con rinforzi triangolari più piccoli, l’altro lo avrà in posizione più alta in modo da potersi sovrapporre. La foto fugherà qualche dubbio.

Come avrete modo di osservare, il carrello centrale ha incollata una vite d’ottone esattamente nel mezzo.

Ovviamente la vite farà da perno per le due semi-motorizzazioni.

Il dado (non avvitatelo troppo) impedirà eccessivi giochi verticali (viti, dadi e rondelle li trovate normalmente in ferramenta!).

Una volta provati singolarmente i motori e verificata la giusta distanza del primo ingranaggio dalla vite senza fine, ho provveduto, con sezioni di stagno limate a misura, a creare una migliore e più resistente superficie di rotolamento e scorrimento per il perno.

Avevo paura che con il tempo il perno potesse scavare il tenero plasticard!

Collegati i cavetti alle linguette di presa di corrente dei 3 carrelli (i motori vanno collegati in serie tra loro) ho cominciato le prove su binario e subito ho notato un ottimo movimento (vedere il filmato sul mio sito O.M.).

Ovviamente ho cominciato ad applicare delle zavorre, con pezzetti di piombo e stagno martellati sull’incudine e limati.

A questo punto la motorizzazione si presenterà così.

Nella foto che segue invece si può notare la forma dei pezzi modellati in ognuna delle parti motorizzate e come si presentano le zone ricostruite con il plasticard… un aspetto quasi industriale!

Il soffietto sarà parte della motorizzazione (c’è chi lo ha fissato in una semicassa, ma questa soluzione non mi piace), ed ho scelto di collocarlo sopra la parte di vite che sporge dopo aver avvitato il dado.

In pratica il soffietto è stato dotato di una striscia di plastica (con foro) incollata al centro di questo (a metà altezza circa) e sul foro ho incollato una rondella di ottone.

Una volta che il dado sottostante è stato avvitato ho bloccato con Attack (pochissimo!!) il soffietto sulla vite. Così facendo il soffietto sarà solidale al carrello centrale e avrà sempre una posizione “realistica” rispetto alle semicasse.

Dopo di ciò ho continuato l’opera di zavorramento con altre barrette di piombo modellate, incollate sopra i motori, così come nella foto.

Sono state incollate con epossidico bicomponente. Le due gobbe metalliche servono a mantenere le semicasse CIL esattamente posizionate quando le “calzeremo” sulla motorizzazione.

Un altro lavoretto che ho eseguito è stato l’assottigliamento delle fiancate dei carrelli CIL. Una volta separate dalla struttura dei carrelli ho eliminato le due sporgenze ai lati.

Ne ho ridotto poi lo spessore con varie passate sulla lima.

Tutta l’operazione sarà utile per far ruotare di più i carrelli senza interferire con le scalette delle casse CIL e, diciamolo, anche per un maggior realismo!

Dopo l’assottigliamento le fiancate sono state passate su carta a vetro fine e tutti i fori e le insenature chiuse da un velo di plastica sono stati ripuliti con cutter e girapunte a mano con punte di diametro diverso a seconda della grandezza dei fori.

Ho creato poi con plasticard da 1 mm i supporti per le fiancate da applicare ai carrelli Model Power, incollandoci successivamente le fiancate assottigliate con epossidico e curando l’allineamento delle boccole col centro delle ruote durante il lento incollaggio (5-10 minuti).

A questo punto, se avete avuto la pazienza di seguire e, magari, mettere in atto questi miei appunti “fotografici”, il risultato dovrebbe essere questo.

La motorizzazione è pronta!

Basterà verniciarla in nero per evitare che dai finestrini si noti troppo, e potremo collocare sopra le casse CIL più o meno elaborate.

Il passo si presta per le E.636, per le E.646 prototipo o per le E.645 serie 100 (101÷105).

Ricordo inoltre che ho realizzato un articolo su TTM n°52 che tratta di come elaborare le casse CIL in maniera profonda per ottenere un’E.645 serie 100 e di come applicare gli aggiuntivi N-Kit.

 

Per l'elaborazione delle casse e l'applicazione degli aggiuntivi a completamento di questo articolo, cliccare qui.

 

Il risultato di tutti e due gli articoli su questo sito e di quello su TTM sarà questo.

Buona elaborazione!