Come montare l'Az 10 000 Alpen Modell

 

Proposta, in kit, da Alpen Modell, che entra così nel novero dei produttori in scala N, la Az 10.000 è sicuramente la più bella carrozza in 1:160 prodotta in Italia.

Ho seguito molto da vicino la nascita e l’evoluzione della lastrina in questione sin da quando Mario, sapendo del mio interesse per il materiale FS fotoinciso e non, me la mostrò ad una borsa scambio di Prato.

Ne rimasi subito affascinato; mi recai successivamente a fotografare il modello di prova, montato per l’occasione, e subito proposi le foto sul forum ASN, dove, grazie ai consigli esperti di vari iscritti e soci, Mario Bucciero, titolare di Alpen Modell, ha potuto apportare numerosi miglioramenti (timoni d’allontanamento e tetto chiodato, solo per citarne alcuni) che ne hanno sensibilmente migliorato le caratteristiche, già ottime. Insomma, una bella sinergia tra un appassionato, la sua associazione (ASN) e il produttore, che, come si è visto già in altre occasioni, porta a risultati eccezionali.

 

Un accenno di storia

Le carrozze tipo 1921 furono la prima ordinazione a cassa metallica delle neonate Ferrovie dello Stato e furono classificate con la serie Az 10.000, Bz 20.000, Cz 30.000 e ABz 50.000. Le Az 10.000 furono costruite in 100 esemplari.

Con queste nuove carrozze si proponeva ai viaggiatori una maggiore sicurezza, funzionalità e robustezza rispetto alle precedenti con cassa in legno.

Realizzate tutte a compartimenti, con 6 posti in 1° classe e 8 posti in 2° classe, dotate di doppio finestrino, corridoio laterale, vestiboli d'estremità e due ritirate, una per testata.

Inizialmente furono consegnate le miste di 1° e 2° classe, serie ABz, ma nel 1926 cominciarono ad affluire in servizio tutte le altre.

 

Il kit

Il kit della Az 10.000 è composto da una lastra in alpacca, da una lastrina aggiuntiva con gli interni, dalle fusioni dei serbatoi, da quattro ottimi assi bruniti (Benno), da quattro respingenti microtorniti, da otto dadi e viti di tre misure diverse, da due distanziatori per i carrelli, da uno spezzone di tondino d’ottone e uno di acciaio elastico (che serviranno per la costruzione dei timoni d’allontanamento); presenti anche le decals, che consentono una vasta collocazione temporale.

Le istruzioni, abbastanza sintetiche ma chiarissime, mostrano le fasi principali con ottimi disegni, realizzati dallo stesso autore del kit. L’impressione che se ne ricava è di grande professionalità, e durante il montaggio se ne ha la conferma.

 

Il montaggio

Due parole innanzitutto sul materiale di cui è composta la lastrina: l’alpacca. Rispetto all’ottone facilita notevolmente la saldatura; inoltre è un materiale molto più duro e, una volta montato il modello, non si rischia, come con l’ottone, di piegare facilmente piccoli particolari come per esempio i mancorrenti e cose varie. Per la scala N in particolare è l’ideale.

Così come da istruzioni, ho iniziato il montaggio dal telaio. Per realizzare le pieghe piuttosto lunghe presenti nel telaio, ma anche successivamente nella cassa e nella riproduzione dell’arredamento interno e dell’imperiale, conviene dotarsi di due barrette metalliche da inserire nella morsa per non rischiare antiestetiche imprecisioni.

Una volta piegati a 90° i longheroni del telaio, piegheremo le estremità seguendo le incisioni.

All’interno del telaio salderemo la riproduzione della struttura di rinforzo sottostante; conviene realizzare delle piccole saldature distanziate una dall’altra collocando, con un cacciavitino, della pasta salda fra i longheroni esterni e la struttura di rinforzo; sulla pasta salda, poggeremo dei piccolissimi pezzetti di stagno tagliati con il cutter; successivamente, con la microtorcia daremo una “sventagliata” su tutto il telaio dalla parte sottostante.

Ovviamente, la riproduzione della struttura di rinforzo ed il telaio saranno tenute insieme da pinzette a coccodrillo (almeno quattro) durante l’operazione di saldatura. Così facendo, quando puliremo le zone saldate con una spazzolina metallica rotante, le saldature non si noteranno affatto, mantenendo tutta la bellezza della riproduzione degli assi di legno e della struttura di rinforzo

Sempre nel telaio troveremo le due piastre su cui andranno saldati i dadi per i carrelli. Queste piastre, una volta piegate come da indicazioni, faranno da sede per la vite dei carrelli e, nella parte soprastante, limiteranno l’escursione del meccanismo del timone di allontanamento. È quindi un passo molto delicato che va eseguito con molta precisione e pulizia.

Successivamente saranno applicati per primi i tre serbatoi in fusione, le due casse delle batterie dell’illuminazione e del riscaldamento e per ultime, dopo aver stagnato leggermente la parte non in vista, le tubature e le condotte.

Chiaramente, chi non vuole usare la microtorcia a gas, potrà usare il saldatore, ma le saldature saranno molto più evidenti.

La piegatura della cassa non presenta difficoltà; nei due lati corti prima di piegarli andranno saldati i dadi con il sistema che ho più volte illustrato (vedi TTM 45); ai due vestiboli, una volta messi in forma, saranno applicate le mensole reggi-soffietto e relativo tettino, i corrimani interni al mantice, i corrimani per l’accesso alla carrozza e, su uno solo dei vestiboli, il tirante del freno.

In questa fase io ho saldato anche i respingenti, uno tondo e uno piatto.

Il prossimo passo sarà la realizzazione dell’interno con le varie divisioni per i compartimenti e le poltroncine a tre posti che li arredano.

Io ho iniziato applicando le sei divisioni che formeranno i compartimenti più i due pezzi con la riproduzione delle porte che danno sul corridoio e i due che formano le ritirate.

Tutti questi pezzi, dopo averli incastrati alla loro base, sono stati saldati dal di sotto. È ammirevole, e segno di grandissima cura nella progettazione, constatare come tutti i pezzi interni e gli incastri tornino perfettamente. Non c’è nessun aggiustamento da fare.

Le quattordici poltroncine a tre posti sono veramente facili da montare, ed una volta presa la mano con la prima, il lavoro diventa una semplice routine.

Una volta montate, andranno tenute da parte per essere poi verniciate tutte insieme.

A lavoro finito, si ha davvero l’impressione di osservare l’interno di una carrozza vera e in N è sicuramente un risultato esaltante.

L’imperiale è forse la parte più difficile da realizzare per via della sua messa in forma abbastanza laboriosa ma non impossibile, se si agisce con calma. Ad esso sarà saldato il telaietto sottostante (dopo aver applicato i due dadi per la successiva unione alla cassa) che contribuirà a mantenerlo nella forma esatta; così facendo l’imperiale sarà pronto.

Raccomando di non cuocere l’imperiale come si potrebbe fare con l’ottone pensando di facilitare la curvatura, poiché con l’alpacca ciò non si verifica.

Una vera e propria finezza sono i carrelli, sia per come ne è stato concepito l’assemblaggio, sia per la resa in realismo che se ne ottiene.

Il carrello, infatti, ha una struttura a fisarmonica, che una volta piegato e saldato in pochi punti strategici, rende perfettamente le forme del carrello vero.

Quando si applicheranno poi le balestre all’interno delle fiancate e gli scalini di accesso, la sensazione di realismo sembrerà da scala più grande.

Con una fusione tutto ciò non sarebbe stato possibile, quindi un plauso a Mario per questa trovata fantastica.

Credo di non aver mai visto un carrello così dettagliato esternamente ed internamente (sono riprodotte persino le tiranterie dei ceppi dei freni!).

Non mi dilungo su consigli di montaggio poiché, nonostante la sua complessità strutturale, il suo assemblaggio è veramente ed incredibilmente semplice.

Un’eventuale miglioramento da prendere in considerazione per eventuali altri modelli, sarebbe quello di dotare i prossimi modelli di ruote con bordini più bassi, che consentirebbero maggiore avvicinamento dei ceppi freno alla ruota e un maggior realismo di un carrello che è già stratosferico.

Un altro piccolo particolare da realizzare per poi essere applicato successivamente alla cassa è il soffietto, che andrà modellato seguendo i contorni della cornice esterna.

Si può scegliere di realizzare i mantici sia in posizione estesa che in quella chiusa. Dopodichè potrà essere saldata la pedana nella posizione adatta al tipo di soluzione scelta.

Abbiamo a questo punto i vari pezzi principali separati che formeranno la carrozza: l’imperiale, il telaio, la cassa, l’interno con compartimenti, i carrelli, i soffietti e le poltroncine. Quest’ultime, una volta messe a bagno nel diluente nitro (così come tutte le altre parti sopracitate), andranno spazzolate con un pennello a setole medio-dure, lavate con acqua calda e detersivo per piatti e abbondantemente sciacquate. Appena asciugate potranno essere disposte, leggermente distanziate l’una dall’altra e pressate con la base, su un foglietto adesivo in modo che aderiscano bene. Riceveranno tutte insieme una leggera passata di stucco spray Tamiya Fine e, dopo qualche ora, una prima mano di colore. Io ho usato il “rosso fegato” della Humbrol.

Per i compartimenti, invece, gli interni in genere l’“Afrika corps desert yellow” Humbrol (incredibile vero?). Quando le poltroncine saranno bene asciutte (io colloco tutti i pezzi verniciati sotto una lampada alogena per accelerare i tempi) si potranno inserire nei compartimenti incollandole con un puntino di colla vinilica applicata alla base.

A questo punto potremo anche applicare due striscioline di acetato nella zona preposta con epossidico bicomponente (non usate l’Attack mi raccomando!), nei finestrini delle due ritirate andranno applicati due rettangolini di carta bianca. E qui il realismo cresce e i ricordi affiorano, visto che in queste carrozze sono riuscito a viaggiarci.

Inutile dire la sensazione che può avere un ennista per una riproduzione così spinta, retaggio fino a qualche tempo fa solo delle scale più grandi. Cosa può fare la fotoincisione ...

Collocate le poltrone, lasceremo da parte questo pezzo e ci dedicheremo al resto.

La cassa ha ricevuto, così come tutti gli altri pezzi, una mano di stucco spray Tamiya Fine ed è stata successivamente verniciata in “grigio ardesia” Humbrol, che mi sembra uno dei colori più realistici tra tutti quello che ho usato.

Dopo qualche giorno (bisogna aspettare che la cassa sia ben asciutta) ho provveduto a verniciare ad aerografo la striscia bianca, indicante la 1^ classe, con “bianco lucido” Lifecolor.

L’imperiale è in “alluminio met 56” Humbrol e per il telaio, i carrelli e i mantici ho usato il “nero satinato 85” Humbrol.

Una volta eseguito l’assemblaggio dei pezzi principali che compongono la carrozza e prima di inserire gli interni con i vetri, ho applicato le decal e, una volta posizionate, ho dato una mano di “trasparente satinato” Humbrol per uniformare la lucidità e, successivamente, a distanza di un paio di giorni, una mano di “trasparente opaco” Humbrol.

Quando la carrozza sarà ben asciutta, potremo smontarla, inserire il pezzo con gli interni e rimontarla per goderci tutta la sua bellezza. Sono sicuro che visti i particolari e il realismo che “emana”, interesserà non solo i plasticisti ma anche i collezionisti.

 

Curiosità

Ho realizzato la carrozza con la colorazione grigio ardesia, ma ricordo che sono possibili altre livree come quella castano o la castano/isabella.

Non è possibile invece verniciarla in verde vagone (livrea d’origine) poiché a quei tempi l’imperiale era in tela olona e senza le casse dell’acqua.

L’Az 10 000 sulle testate ha dei piccoli fori (3) che la predispongono a ricevere le varie condotte, più il foro per il gancio realistico ad uncino. Chi volesse un modello dal realismo ancora più estremo, e quindi da vetrina, potrà utilizzare il kit di N-kit con gli accessori per i panconi.

Io, come avrete notato, ho asportato queste sedi leggermente sporgenti poiché intendo utilizzare la carrozza sul plastico.

Visto il successo ottenuto con questo suo primo kit in scala N, Mario si è detto disponibile ad arricchire il parco con la Bz 20.000 che consentirà un’ adeguata e realistica composizione.

Per esigenze di realismo fotografico, non ho (per ora) applicato il cinematismo del timone di allontanamento, che comunque è nel kit ed ha un funzionamento impeccabile.

La scatolina porta-gancio accetta i principali tipi di gancio in N.

 

Il kit è disponibile sul sito Alpen Modell www.alpenmodell.it.