Tipico casello FS

 

Sono convinto che spesso i plastici che tentiamo di costruire abbiano un problema di base: l’avere per esempio, elementi paesaggistici e “d’arredo” standard, comprati in negozio, e che, anche se ben rifiniti, assemblati e verniciati in modo personale, tradiscono la loro origine, ed una volta collocati sul nostro impianto non riescono a creare l’atmosfera che cercavamo.

Conviene quindi mettere al lavoro le nostre preziose manine e creare perlomeno gli elementi più vicini alla ferrovia, stazioni, caselli, rimesse, ecc. da noi.

Molti anni fa l’ASN, forse proprio per la cronica mancanza di edifici tipicamente nostrani, fornì alcuni disegni di un bellissimo casello FS, precisamente sul Bollettino n° 5, con i quali era possibile ottenere un edificio indispensabile per i nostri impianti.

Dico subito che il Bollettino in questione è ancora disponibile, richiedendolo.

 

 

Per costruire il casello ho usato:

  • cartoncino da 3 mm.;
  • tubicini di rame per i pluviali;
  • fili di rame per il loro fissaggio;
  • una lastrina Vollmer per il tetto;
  • porte e finestre per navi (Amati);
  • attack gel;
  • pattex;
  • colla Faller per plastica;
  • profilati Evergreen per le grondaie;
  • cartoncino leggero per le cornici.

 

Il procedimento è molto semplice.

Ho iniziato incollando la fotocopia, in carta, dei disegni, sul cartoncino con Pattex colla a contatto. Sconsiglio il Vinavil, per via della sua base acquosa che crea antiestetiche arricciature sulla superficie, e per i suoi tempi di incollaggio decisamente troppo lunghi.

 

Ho ritagliato subito la base, che servirà anche da dima per controllare le dimensioni nelle fasi successive.

Consiglio di usare lame nuove e di incidere più volte le linee, visto lo spessore del cartoncino.

Si potrebbe usare cartoncino più sottile, ma dovremmo poi rinforzare le pareti con listelli e cose varie, perdendo ulteriore tempo. Con questo spessore invece, il casello è “a prova d’urto” e consistente come se fosse di legno.

Tagliate le pareti, praticheremo le aperture necessarie per porte e finestre, usando un cutter tipo Xacto o simili.

Non volendo, visto la difficoltà su un materiale come il cartoncino, ottenere lati a spigolo per la giunzione delle quattro pareti, e per mantenere le dimensioni della costruzione fedele alla scala, ho accorciato le due pareti lunghe di 3mm a destra e 3mm a sinistra, che una volta unite alle pareti corte riacquisteranno l’esatta lunghezza.

 

Le foto vi aiuteranno senz’altro a comprendere questo espediente, peraltro elementare.

A questo punto dovete decidere se incollare finestre e porte con attack come ho fatto io o usare collanti con tempi di presa più lunghi; a voi la scelta.

Come noterete l’edificio ha delle dimensioni perfette!

 

Ora possiamo attaccare le pareti alla base, che sarà forata al centro, (con dimensioni del foro tali da permettere l’inserimento del tipo di lampadina che userete) per un’eventuale illuminazione successiva.

Un vantaggio dato dallo spessore notevole sarà apprezzabile anche in quest’ultima evenienza, visto che la luce emessa non  trasparirà, come succede nei modelli commerciali che soffrono di questo problema di non poco conto nella visione notturna.

All’interno del casello, all’altezza della divisione fra i due piani, ho inserito un rettangolo di cartone dello stesso spessore, per rinforzare ulteriormente la struttura. L’ho poi forato per l’eventuale illuminazione.

La fase successiva prevede di realizzare lo zoccolo di base intorno all’edificio, i davanzali, il marcapiano (la fascia tra un piano e l’altro) e le fasce verticali (che copriranno la giunzione tra le pareti) con cartoncino leggero, volendo già colorato.

 

Fatto questo, doteremo, dopo averle dipinte, porte e finestre di vetri o come nel mio caso, andremo avanti, realizzando i vetri a lavoro finito, con il Micro Kristal Klear o simili.

 

Basandosi sulle misure del disegno, taglieremo i due rettangoli costituenti il tetto dalla lastrina Vollmer. Incolleremo le due falde, con l’esatta inclinazione, con colla Faller e, una volta evaporato il solvente, rinforzeremo l’incollaggio dell’angolo con uno stuzzicadenti “annegato” dall’attack, che renderà il tetto, parte molto esposta agli urti sul plastico, a prova di bomba!

Successivamente incolleremo il colmo fornito nella lastrina, e realizzeremo il camino (che potrete trovare tra gli avanzi di kit commerciali).

 

Le grondaie sono di profilato Evergreen e incollate al tetto con la solita colla Faller.

Completato il tetto con questi elementi lo fisseremo al corpo dell’edificio con un collante più lento, che ne consenta l’esatta collocazione: io ho usato il Pattex Extreme.

Ora rimangono da fare i pluviali (tubi che portano allo scarico l’acqua raccolta dalle grondaie) che io ho riprodotto con tubicini di rame Amati curvandoli come nella foto.

 

Il loro fissaggio, un po’ come avviene al vero, è stato attuato facendo dei forellini con il girapunte negli angoli. Ho poi attorcigliato due fili di rame per ogni pluviale, intorno al tubicino medesimo, e infilato il gambo ottenuto, nel foro dell’edificio, con un po’ di attack gel.

Questo sistema consente una certa libertà di errore, visto che i supporti che realizziamo tramite l’attorcigliamento, sono liberi di scorrere lungo il tubicino.

A detta di molti amici, inoltre, è forse il metodo più realistico per realizzare questo elemento dell’edificio.

 

Possiamo adesso pensare alla verniciatura. Io ho usato vernici acriliche date a pennello (attenzione a non diluirle troppo per non impregnare eccessivamente il cartoncino) ma, se non avete applicato i vetri, potreste, dopo aver dato una passatina di stucco spray, verniciare il casello con l’aerografo o bombolette spray.

Particolare del fissaggio della grondaia.
Particolare del fissaggio della grondaia.

 

I colori che ho usato sono:

 

  • Vallejo ocre amarillo 913 per l’edificio;
  • Lifecolor rosso ossido FS 09- 006/470 per il tetto;
  • grigio cemento per le fasce laterali, il marcapiano e i davanzali;
  • marrone per le finestre e la porta;
  • verde per le grondaie e i pluviali.

 

Questi i colori per la collocazione temporale “d’epoca”; nel tempo questi edifici hanno assunto anche altre colorazioni che saprete certamente desumere.

 

Il nostro casello è pronto per essere collocato sul plastico, dove certamente farà una degna figura con le sue esatte proporzioni, non compresse come nei modelli commerciali, e potremo dire, con grande soddisfazione, “Questo l’ho fatto io!”.