Binari e deviatoi: come modificarli.

 

Com'è noto, i binari e i deviatoi in commercio riproducono l'armamento per linee odierne con traversine molto ravvicinate e rotaie con profilo molto alto. Succede quindi che se vogliamo riprodurre un impianto di linea secondaria, magari ambientandolo in epoche non attuali, il binario che adotteremo sarà totalmente inadatto.

Sulle linee secondarie, infatti, la traversinatura era molto più distanziata e le rotaie avevano un'altezza più bassa e quindi un minor peso in chili per metro lineare.

Per esempio, sulla rete FS l'armamento da 46kg/m (UNI 46) fu introdotto a partire dal 1907, e ben prima della costituzione delle FS, nel 1905 erano presenti quasi 79 rotaie di tipo diverso.

Non solo, ma esistevano linee in cui l'armamento era da 36kg/m.

Stando così le cose e riproducendo spesso linee secondarie ambientate nel passato, mi è sorto il problema di come poter modificare almeno nelle riproduzioni che ritenevo più fedeli (diorami o impianti mini-modulari) sia i binari che i deviatoi.

Adottando poi ormai da tempo i binari della Peco in codice 55, la modifica è risultata leggermente più complicata, come vedremo.

Ma iniziamo dai binari.

 

Volendo riprodurre per esempio un binario più fedele nei mini-moduli con ambientazione tedesca diciamo intorno agli anni '50, ho dovuto modificare la spaziatura delle traversine nei binari flessibili in codice 55.

Il binario in codice 55 della Peco, così come quasi tutte le altre marche, riproduce un binario con una spaziatura tra le traversine ('interasse', misurato dalla mezzeria longitudinale di una traversa a quella della traversa attigua) di 600/650 mm al vero, mentre una linea degli anni '20 fino alla metà degli '50 (DB, ma anche italiana) aveva una spaziatura di 800 mm.

In scala N, fatti dovuti calcoli, serve quindi uno spazio di 5 mm fra le traversine, o meglio fra la metà di una traversina e l'altra.

Come si può comprendere, la differenza è notevole, considerando inoltre che per alcuni binari di linee secondarie si arrivava addirittura ai 900 mm di interasse.

Per completezza, un disegno che mostra la differenza dell'altezza del profilo della rotaia in scala N e l'escamotage della Peco per ottenere una buona circolabilità pur con un'altezza così bassa.

La foto è sicuramente eloquente e mette in evidenza l'effetto che si ottiene.

Il fatto che la rotaia, nella parte visibile, sia di 1,4 mm (codice 55), unitamente alla nuova spaziatura e all'assenza della plastica fra le traversine, rende il binario estremamente più realistico.

Da notare inoltre che quest'ultimo sembra quasi più largo; ovviamente si tratta di un effetto ottico che è comunque rilevabile quando osserviamo attentamente.

Per ottenere questa spaziatura ho tagliuzzato fra le traversine la plastica sottostante che le unisce.

Con le pinzette l'ho poi strappata via togliendo i vari filamenti che possono rimanere e ho provveduto a dare una nuova spaziatura fra le traversine.

Si può scegliere di bloccare con un po' di Attack le traversine, oppure lasciarle distanziate e basta, visto che poi verranno bloccate dal pietrisco quando le metteremo in opera.

 

Inizialmente avevo separato le traversine e le avevo ripulite da questi filamenti (vedi foto) a parte, togliendole proprio dalle rotaie e rinfilandole dopo, ma era un lavoraccio lungo e faticoso (sfilarle dalle rotaie è semplice, ma rinfilarle è una faticaccia).

Ho quindi tagliuzzato e ripulito le traversine lasciandole comunque tra le rotaie e mettendole ad un'estremità.

Una volta completato tutto lo spezzone (nel mio caso si trattava di un binario flessibile!!) potremo ridare il giusto spazio e mettere in opera il binario.

Questo per quanto riguarda il binario. Prossimamente vi mostrerò come ho modificato la spaziatura della traversinatura dei deviatoi Peco in codice 55.

Il discorso sarà un po' più complicato, ma comunque ... niente di trascendentale!

 

Continua ...