Come ho ricostruito il tetto alla Br 211

 

Negli ultimi tempi, mi è capitato spesso di comprare su eBay materiale da “cannibalizzare”, soprattutto locomotori tedeschi che, con le loro meccaniche affidabili, forniscono carrelli, motori e parti utili per il materiale F.S. che ho in officina.

Quasi tutto ciò che compro in Germania arriva in condizioni ottime, tanto che, a volte, i locomotori sono talmente in buone condizioni da farmi decidere di “salvarne” qualcuno.

Un po' di tempo fa, per esempio, mi è arrivato un pacco che conteneva cinque locomotori ed una locomotiva a vapore (P 38), quest’ultima da italianizzare per ricavarne una Gr 675.
Tra i locomotori una 211 Arnold che, dopo una “verifica” iniziale, si è rivelata molto ben tenuta e con una meccanica perfetta, nonostante la veneranda età. Unico problema, la mancanza del tetto sulla cabina.

In un primo momento ho pensato di usare quello di una V 100 Lima che ho da una vita e che si muove piuttosto maluccio. Ma poi, per motivi “affettivi” ho rinunciato. ‘E poi la Lima non esiste più’, ho pensato.

Devo dire che avevo anche trovato un tetto di ricambio su eBay ma, pur costando poco, le spese di spedizione (molto alte) ne sconsigliavano l’acquisto. Insomma, mentre già nelle mie notti insonni cercavo una soluzione, la sera dopo cena, smontavo (come faccio sempre con il materiale che acquisto) la 211 pezzo per pezzo. Le parti metalliche (ingranaggi, carter, viti, alberini e assi) nel gasolio per lo sgrassaggio; il motore a mollo nella soluzione apposita (liquido per il lavaggio di motori auto/slot); le parti di plastica a bagno in acqua tiepida e shampoo, subito “massaggiate” con un pennello morbido e risciacquate. Fatto questo e dopo aver pulito le lamelle di contatto, rilubrificando il motore e ingrassando le parti in movimento, procedo al rimontaggio.

Il locomotore ha un funzionamento ineccepibile e questo mi convince del tutto ... avrà un tetto nuovo!

Ovviamente, scelgo di realizzarlo in plasticard, e stimo che uno spessore di 0.5 mm sia appropriato. Mi viene in mente, però, che in alcune mie autocostruzioni in plasticard alcune parti curve hanno, col tempo, manifestato la tendenza a ritornare alla posizione originaria, con problemi di distacco che potete immaginare.

Per questo motivo, invece dello spessore da 0,5 mm, scelgo di unire due pezzi da 0,25 mm tramite incollaggio. Ho perciò disegnato, prendendo a modello il tetto del V 100 Lima, i contorni direttamente sul foglio di plasticard.

Ne ho ritagliati due, li ho incollati insieme con l’apposita colla Faller e li ho subito messi in forma su un barattolino di diametro simile alla curvatura che dovrà avere sulla cabina.

Ho tenuto il tetto in forma per qualche giorno, usando due elastici (come si vede in foto), dopodiché ho cominciato a modellarlo con cutter, limette e carta a vetro fine.

Chiaramente il tetto della Lima mi ha permesso di avvicinarmi alla forma esatta, ma ho dovuto lavorare “a occhio” per adattarlo alla 211 Arnold.

Appena verificato che il nuovo tetto si incastrava perfettamente sulla cabina, ho cominciato a riprodurre i particolari su di esso presenti: la botola rettangolare con relative maniglie, una circolare chiodata e altri piccoli rilievi semisferici sono stati realizzati con plasticard e parti di “sprue” di kit in plastica.

Il risultato, a lavoro finito, mi ha soddisfatto e perciò, dopo una leggera scartatina al tetto, ho dato una mano di primer Tamiya.

A questo punto, e per esperienza, l’ho incollato sulla cabina con epossidico bicomponente, tenendolo in forma su di essa con i soliti elastici per farla aderire esattamente.

La sera dopo ho mascherato accuratamente il locomotore con nastro da carrozziere e verniciato il tetto con vernice nitro “alluminio” Lineamodel, che “aggrappa” in modo incredibile.

Verniciando prima il tetto e incollandolo in un secondo tempo, si rischia sempre di sverniciarlo o quantomeno di segnarlo con gli elastici, perciò ho operato al contrario, come descritto.

 

Ora la 211 è pronta per operare con altre macchine sul deposito misto (vapore/diesel) che ho da poco iniziato a costruire.

Nella foto successiva, la 211 col nuovo tetto affiancata dalla V 100 Lima.

Ovviamente, il metodo è applicabile alle loco più o meno dello stesso tipo (variano solo piccoli particolari che potrete verificare dai cataloghi) di altre marche.

Nella foto sotto, alcune loco diesel simili: una Arnold, due Fleischmann e una Lima.